Letteratura

Murales (Ignazio Amico, Perugia)

Nel profondo della notte,
quando tutta la città dorme,
mani frenetiche, alla tenue luce
d'un complice lampione,
si ritagliano spazi sui grigi muri di cemento
per appendervi la propria anima.

Sono spruzzi di fantasia,
colori vivi rubati ai propri sogni,
figure contorte, tormentate,
geometrie d'inquietante mistero,
sfoghi di esseri liberi che lasciano
messaggi ad un'umanità distratta.

Sarà una gara, forse una protesta
o il bisogno di esprimere un talento,
di colorare il mondo e rabbonirlo;
di certo questi anonimi pittori
esprimono un disagio e con quel mezzo
aiuto ed attenzione van chiedendo.

(http://igyamico.spazioblog.it/)

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Raus (Dedicata a tutti gli stranieri) (Alessandro Gioia)

Le scritte sui muri lasciano il segno.
Sassi
e salite,
alberi e bellissimi
fili d'erba incontrai
da bambino.
Accadde tutto nei miei sogni
infantili,
nelle fredde notti tedesche.
Sui muri di periferia
Graffiti e scritti:
"Gli stranieri fuori"
Non era poesia,
e io da piccolo non capivo,
indifferente a quel comando, crebbi.
Ma lo straniero ero io!
Dava, forse, fastidio la mia presenza.
La mia assenza, in fondo, bene accettata.
Quelle scritte ci sono ancora,
sui muri delle nostre coscienze emigrate.
Sull'anima di mio padre.

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C. Salvatori e V. Held, Paperinik e il monumento pubblico, in: "Paperinik", n. 25 maggio 2007
C.Salvatori e V. Held, 'Paperinik e il monumento pubblico', Paperinik, n. 25 maggio 2007
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Grazia Verasani, L'amore è un bar sempre aperto, Ravenna: Fernandel, 1999

[...] Passate le fabbriche, in un angolo di verde della zona industriale, c'è questa vecchia casa colonica, mai ristrutturata, dai muri colorati di graffiti; sul campanello c'è scritto Centro giovanile la Valletta. Sotto, in quelle che un tempo erano le stalle, ci sono due sale attrezzate con un'amplificazione logorata dall'andirivieni di gruppi vecchi e nuovi che, suddivisi per turni, si dividono quel piccolo spazio a un prezzo decisamente politico, se si pensa alla penuria di sala prove in città. [...]

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Un ber gusto romano (Giovanni Gioacchino Belli, 22 giugno 1834)

Un ber gusto romano
Tutta la nostra gran zodisfazzione
de noantri quann'èrimo regazzi
era a le case nove e a li palazzi
de sporcajje li muri cor carbone.
Cqua ddiseggnàmio o zziffere o ppupazzi,
o er nodo de Cordiano e Ssalamone:
llà nnummeri e ggiucate d'astrazzione,
o pparolacce, o ffiche uperte e ccazzi.
Oppuro co un bastone, o un zasso, o un chiodo,
fàmio a l'arricciatura quarche sseggno,
fonno in maggnèra c'arrivassi ar zodo.
Quelle sò bbell'età, pper dio de leggno!
Sibbè cc'adesso puro me la godo,
e ssi cc'è mmuro bbianco io je lo sfreggno.

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Aiku di Andrea Nelli, 2007

Wet
look
dry
look
tags
against
thugs

Andrea Nelli, Aiku, 2007

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Sui muri, forse, la scrittura ritrova il posto che è insostituibilmente suo, quando rinuncia a farsi strumento di arroganza e di sopraffazione: un brusìo cui occorre tendere l'orecchio con attenzione e pazienza fino a poter distiguere il suono raro e sommesso d'una parola che almeno per un momento è vera."
(Italo Calvino, da: La città scritta: epigrafi e graffiti, in Collezione di Sabbia, 1974)

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La nostra città: Graffiti (Valerio Magrelli)

Da dove sbuca questa lingua fetale,
con i suoi guizzanti caratteri
alfanumerici?
Chi parla l'interlingua-spray
dai muri, dai tram, dai citofoni?
Cosa cerca di dire
questa citofonata lingua
che dal basso chiama?

[Da: Didascalie per la lettura di un giornale, Torino: Einaudi, 1999]

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da Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio. Storie di un Burattino, 1949

Su tutte le piazze si vedevano teatrini di tela, affollati di ragazzi dalla mattina alla sera, e su tutti i muri delle case si leggevano scritte col carbone delle bellissime cose come queste: Viva i balocci (invece di balocchi): non voglamo più schole (invece di non vogliamo più scuole): abbasso Larin Metica (invece di l'aritmetica) e altri fiori consimili.
Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi, che avevano fatto il viaggio coll'omino, appena ebbero messo il piede dentro la città, si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda, e in pochi minuti, come è facile immaginarselo, diventarono gli amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro?

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Anton Giulio Barrili, da Uomini e bestie; racconti d'estate, 1886

[...] tutti gli altri palazzi minori, elegantemente graffiti, che hanno fruttato alla gentile città il suo nome di "Massa pinta" son degni di attenzione e di studio, come bei saggi dell'arte del Risorgimento; infine, che dirvi di più? la sua piazza degli Aranci è una cosa unica al mondo. Massa Ducale, città di puri contorni, lieta di profumi, di colori e di sole, chi non ti ha veduta, vive nella ignoranza di una cosa bella; chi ti ha veduta, e non ti ama, merita di andar relegato.... a Montagnoso. [...]

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Stadio, Graffiti, dall'album Storie e Geografie, 2003

Graffiti graffiati sui muri
hanno già riempito la città
messaggi lanciati nei mari
di disperata quotidianità
poeti metropolitani
davanti alle fermate del tram
sulle panchine
ai giardini nei viali
davanti alle scuole nei bar
segnali di fumo abituali
nello sporco di questa città
adesso noi siamo lontani ma so
che passerai di qua
non cambierà niente domani
ma così saprai la verità..

Graffiti graffiati sui muri
insieme a slogan degli ultra'
segnali di fumo abituali
nello sporco di questa città
adesso noi siamo lontani ma so
che passerai di qua
non cambierà niente domani
ma tu saprai la verità..

Francesca la vita non scherza
io ho l'acqua alla gola
è vigliacco lo so
ma non si può fare
non è regolare
qui tutto ci dice di no
io ho già un grande amore
e un grande dolore
il rimpianto di te
di una cosa con te
che io so che resiste, che c'è...
Ma vedi qui tutto è già scritto
è già tutto previsto e va bene così
non sono più audace
non sono capace
mi spiace davvero è così
ma se tu volessi
e se io potessi
sì però non si può
non è giusto lo so
alla vita dire sempre di no..."

Graffiti... messaggi d'amore
lanciati col cuore
lasciati asciugare
col pianto e il dolore
la rabbia nel cuore..
messaggi d'amore..
lasciati asciugare
col pianto e il dolore....

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Camillo Boito, Il maestro di Setticlavio (Novelle veneziane), 1891


[...] I nostri antenati vi godevano le loro orgie, che non invidio: donne, balli, buffoni, cene, le quali non terminavano prima dell'alba e lasciavano uomini e femmine arrotolati per terra. Col vino scorreva qualche volta il sangue. I muri portano ancora, quasi cancellati dal tempo, i nomi ed i motti di qualcuno dei violenti e gaudenti cavalieri. V'è, tra le altre, sotto al disegno rozzo di un cuore trafitto, l'impresa: Dopo il bacio il pugnale.. [...]

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Anonimo, Cronica: vita di Cola di Rienzo, 1358

[...] Dereto dallo coro, nello muro, fece ficcare una granne e mannifica tavola de metallo con lettere antique scritta, la quale nullo sapeva leiere né interpretare, se non solo esso. Intorno a quella tavola fece pegnere figure, como lo senato romano concedeva la autoritate a Vespasiano imperatore. [...]

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Gustave Flaubert, Madame Bovary, 1857

[...] Ma ciò che attira di più lo sguardo è la farmacia del signor Homais, di fronte all'albergo del Leon d'Oro. La sera soprattutto, quando la lampada è accesa e i boccali rossi e verdi che adornano la vetrina allungano lontano sul terreno i loro riflessi colorati, si intravede, come in mezzo a fuochi d'artificio, la sagoma del farmacista appoggiato al banco. La sua casa è coperta da cima a fondo da scritte in corsivo, in tondo, in stampatello [...]

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Grazia Deledda, Le Tentazioni, 1899

[...] Se Diego passava in quegl'istanti, mentre Filippa teneva in pugno i lunghi e crespi capelli della sorella, diceva che questa era una piccola puledra con la coda in testa. Ella fremeva di stizza, ma appunto come una piccola puledra si sottometteva agli insegnamenti di Filippa. Il terzo gruppo dunque era composto dal piccolo gregge, riunito attorno al gran camino, le cui ante naturalmente non mancavano di incisioni e graffiti, rappresentanti inscrizioni, figure diaboliche, mostri, caricature, date, addizioni e sottrazioni. Da una parte sedevano le ragazzine, dall'altra Peppino e Martino [...]

 

 Luigi Malerba, Fantasmi romani, Mondadori 2006

[...] Qualche volta affiora da queste scritte una ispirazione genericamente anarchica ma sempre si percepisce il disagio dei giovani, una disperazione e una rabbia contro tutto e contro tutti che fanno gelare il cuore. Chissà di quante energie esplosive questi graffiti sono soltanto il volatile sintomo spray. [...]